Birra e vino: quattro scoperte scientifiche che non ti aspetteresti nel bicchiere

Dalla birra torbida fatta in laboratorio al vino che secca la bocca: ecco le ultime scoperte scientifiche su birra e vino.

Pensavamo di sapere tutto: la birra va bevuta fredda, il vino rosso non si mette in frigo e quello bianco sì (che poi ognuno faccia come preferisca, lo scrivente ama il vino rosso freddo).

Birra e vino: quanta scienza nel bicchiere
Birra e vino: quattro scoperte scientifiche che non ti aspetteresti nel bicchiere – dieta.it

E invece no. Sotto la schiuma e dentro il calice c’è un mondo che gli scienziati continuano a studiare come se dall’alcol dipendessero i destini del mondo e l’American Chemical Society ha pubblicato una ricerca che rivela quattro sorprese poco note su birra e vino a dimostrazione che, anche davanti a un brindisi, la scienza ha sempre l’ultima parola.

I segreti nel bicchiere: quattro scoperte che ti faranno riflettere (o magari cambiare abitudini)

Prima di passare al dettaglio, prepariamoci: non si tratta della solita “la birra gonfia” o “il vino fa bene al cuore se bevuto con moderazione”. No, qui parliamo di RNA, microbiota e strisce-test che sembrano quelle di farmacia. Ecco cosa hanno scoperto i ricercatori dell’American Chemical Society.

1. La birra torbida con l’aiuto del laboratorio
Gli hipster amano le birre hazy? Perfetto, i ricercatori hanno trovato il modo di rendere torbido anche una birra lager trasparente: basta aggiungere estratti di lievito con RNA e il gioco è fatto. Altro che produzione artigianale, qua siamo ad un passo dalla magia.

2. Il test del glutine: meglio della palla magica
Una striscia ci dice in tre minuti se la birra (o il cibo) contiene glutine oltre i 20 ppm, con il 98% di accuratezza. Funziona quasi come un test di gravidanza: se compaiono le lineette, scordati il brindisi (se hai problemi col glutine, ça va sans dire)

3. Perché il rosso ti secca la bocca
La sensazione astringente del vino rosso non è suggestione da sommelier annoiato. I tannini chiudono le “porticine” delle ghiandole salivari e fanno uscire più acqua di quanta entra. Risultato: labbra che sembrano passate in cartavetro e una bocca che nemmeno fosse il deserto del Sahara.

4. I solfiti e l’intestino, storia di un rapporto difficile
I solfiti conservano il vino, ma disturbano i batteri buoni del nostro intestino. In laboratorio hanno visto che il microbiota non li ama affatto. Per fortuna i polifenoli del vino mettono una pezza e limitano i danni. (Evviva i polifenoli!)

Birra e vino non smettono di stupire. Da un lato continuano a essere gli amici fidati delle nostre tavole e delle nostre serate al pub, dall’altro nascondono processi biochimici degni di un manuale universitario. La prossima volta che alzeremo il calice, forse non ci limiteremo a dire “alla salute”, ma penseremo che lì dentro ci sono RNA, tannini dispettosi e batteri intestinali pronti a scioperare.

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