Roccocò: scopri la ricetta dei tradizionali dolcetti natalizi napoletani

Profumo di agrumi, mandorle tostate e spezie: i roccocò arrivano in tavola con il rumore secco del morso e la carezza di un sorso di vino dolce. Un gesto antico, ancora vivo.

I Roccocò sono ciambelline alle mandorle dal carattere netto. Nascono a Napoli, si mangiano a Natale, si conservano a lungo. La loro firma è il pisto napoletano, una miscela di spezie che profuma la casa prima ancora che il forno finisca il lavoro. Qualcuno li vuole “spaccadenti”, da intingere in marsala o vermouth. Altri cercano la versione morbida, più rotonda e amichevole. Entrambe autentiche.

roccocò
Roccocò: scopri la ricetta dei tradizionali dolcetti natalizi napoletani Dieta.it

Le fonti concordano sul cuore campano di questi dolci natalizi napoletani, ma la data esatta resta sfumata. Ricettari autorevoli come “Cucina teorico‑pratica” di Ippolito Cavalcanti (1837) e “La cucina napoletana” di Jeanne Carola Francesconi (1965) documentano i roccocò nella tradizione domestica e di pasticceria. L’attribuzione monacale circola spesso, ma non esistono prove definitive: è corretto parlarne come di un’ipotesi, non una certezza.

Consigli e trucchi per preparare i tipici roccocò napoletani: un mix di storia e tradizione

Il segreto è l’equilibrio: mandorle tostate e spezie. Il pisto, in genere, unisce cannella, chiodi di garofano, noce moscata, coriandolo, anice stellato e un’ombra di pepe. La scorza di arancia completa il profilo aromatico. In molte case entra anche un velo di cacao amaro, più per colore che per gusto. Il risultato è un biscotto asciutto, profumato, preciso. Da intingere. O da aspettare, perché il giorno dopo è persino migliore.

teglia di roccocò
Consigli e trucchi per preparare i tipici roccocò napoletani: un mix di storia e tradizione Dieta.it

Ricetta base e consigli pratici

Per circa 18–20 roccocò: 500 g farina 00, 350 g zucchero, 400 g mandorle con pelle, tostate e grossolanamente spezzate, 10 g pisto, 5 g ammoniaca per dolci (bicarbonato d’ammonio), scorza grattugiata di 1 arancia (e, se piace, 1 mandarino), 60 g miele, 120–140 ml tra succo d’arancia e acqua, 10–15 g cacao amaro (facoltativo), 1 uovo per spennellare; mandorle intere per decorare.

Procedimento essenziale: Tosta le mandorle 8–10 minuti a 160°C. Fai raffreddare. Mescola farina, zucchero, pisto, cacao amaro (se lo usi), sale e l’ammoniaca per dolci. A parte sciogli miele nei liquidi. Unisci liquidi e secchi, aggiungi scorze e mandorle. Impasta poco: l’impasto deve risultare denso e appena umido. Riposa 30 minuti coperto. Forma dei cordoncini, chiudi ad anello (7–8 cm), spennella con l’uovo, decora con qualche mandorla. Cuoci a 180°C ventilato 14–16 minuti per una consistenza morbida; 18–22 minuti per la versione “spaccadenti”. Lascia asciugare su griglia. L’odore di ammoniaca in cottura è normale e sparisce a fine raffreddamento.

Scelte che contano: Morbidi: aggiungi 20–30 ml di liquidi e accorcia la cottura. Più duri: prolunga di 2–3 minuti e lascia i biscotti nel forno spento con sportello socchiuso. Conservazione: in scatola di latta, 3–4 settimane. Il profumo si fonde e migliora. Pisto fatto in casa (indicativo): 2 cucchiai cannella, 1 cucchiaino chiodi di garofano, 1 cucchiaino coriandolo, 1/2 noce moscata, 1/2 anice stellato, 1 pizzico di pepe. Macina fine e conserva ben chiuso.

In molte famiglie il cacao non si usa: non esiste una “versione unica” certificata, cambiano dosi e spezie, resta la riconoscibilità. E quel gesto, quasi un rito: il roccocò nell’oro del vino, la tazzina accanto, il profumo che si posa sui vetri. Tu come lo preferisci, duro da sfidare o morbido da condividere?

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